“Spezzagli le gambe. Spezza le gambe a quel figlio di puttana” urlava un uomo seduto una o due file dietro Giorgio, perplesso all’udire quelle frasi. Gli parevano fuori luogo per la recita natalizia dell’asilo “G.Rodari” che suo figlio frequentava da due anni.
Si stava annoiando parecchio. Si voltò a guardare sua moglie, la sua seconda moglie. Era un angelo, gli dispiaceva solo averla conosciuta così tardi, dopo un’esperienza naufragata nel nulla più totale. La fissava. Quella donna era quello che aveva sempre cercato. Perché cazzo l’aveva capito così tardi?
Tolse qualche pelucchio dai pantaloni neri e ne sistemò le pieghe con le mani. Scattò in piedi e urlò “mi dispiace molto. Stasera giocheremo col 3-5-2, porca puttana.”
Si girò verso sua moglie. La sua seconda moglie. Poi si voltò dalla parte opposta; tutti lo stavano guardando straniti. Sputò sulla persona che gli era seduta davanti e inveì frugandosi le tasche frettolosamente. Estrasse un coltello da pane e colpì il malcapitato alla guancia, poi all’occhio e infine alla gola.
Tutti risero.
Anche i bambini che, nel frattempo, stavano continuando la loro recita.
A fine serata furono distribuite bibite e biscotti fatti in casa.
Buon Natale.